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Federated Hermes : lasciamo che sia Powell a prendere il comando

Federated Hermes : Le mosse di Trump ostacolano il compito del Presidente della Fed di guidare l’economia attraverso la tempesta.

A cura di Deborah Cunningham, Chief Investment Officer for Global Liquidity di Federated Hermes


A nessuno piacciono i passeggeri che danno indicazioni al guidatore, ma quando si lanciano sul volante, non è più possibile ignorarli. È questa la posizione in cui Trump ha messo ripetutamente il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, attaccandolo perché si rifiuta di tagliare i tassi d’interesse. I presidenti ogni tanto commentano la politica della Fed, ma i tweet di Trump vanno ben oltre.

I gestori di liquidità operano su titoli che non conoscono il significato del VIX e a volte non si preoccupano delle mosse di Trump, ma forse dovrebbero farlo. Il problema non è che gli avvocati dell’amministrazione siano in grado di trovare una scappatoia per rimuovere Powell, minare l’indipendenza della Fed eleggendo un “presidente ombra” o fare qualcosa di più drastico. Queste alternative richiederebbero un’energia, una competenza e un capitale politico che l’amministrazione potrebbe non avere, soprattutto perché si tratta di una questione che la maggior parte degli elettori non considera prioritaria. Il vero problema è che il mandato di Powell come presidente scade a maggio 2026, il che significa che tra pochi trimestri si troverà in una posizione sfavorevole e gli attacchi di Trump potrebbero accelerare questo scenario, proprio nel momento in cui servirebbe una guida forte. Sebbene Trump possa voler scegliere personalmente il successore, il candidato deve provenire dal gruppo dei governatori attualmente in carica alla Fed. Questo significa che il nuovo presidente potrebbe non avere opinioni molto diverse, dato che Powell ha esercitato una forte influenza sul board della Fed e sul FOMC nel corso degli anni. Negli ultimi trimestri ha affrontato più sfide, con qualche dissenso, ma sembra che il consiglio nel complesso continui a sostenere la sua visione economica.

Dunque, si apre il dibattito che con ogni probabilità animerà la riunione del FOMC nei prossimi giorni. Non bisogna stupirsi se Powell e la maggior parte dei membri con diritto di voto respingessero le previsioni dei futures sui fed funds, che prevedono fino a quattro tagli da 0,25 nel resto del 2025. Una riduzione dei tassi è altamente improbabile, ma è probabile che vengano fornite indicazioni su come i dazi potrebbero accentuare la persistenza dell’inflazione e maggior chiarezza sul contrasto tra dati che prevedono un hard o un soft landing. I policymaker potranno continuare a ignorare il crollo della fiducia dei consumatori? Minimizzeranno la contrazione del PIL nel primo trimestre?

Il mercato obbligazionario sembra favorevole a un allentamento di 100 bp, in linea con i trader e Trump per mettere sotto pressione Powell. Ma d’altra parte, potrebbero essere i “vigilantes” obbligazionari a concentrarsi sui dazi che potrebbero generare inflazione? Non è forse questa la ragione del rinvio di 90 giorni? Tutta questa incertezza è la principale ragione per cui riteniamo che siano necessari tre tagli dei tassi nella seconda metà di quest’anno.

Cosa sta succedendo sui mercati monetari? I rendimenti potrebbero scendere più rapidamente di quanto avrebbero fatto senza i dazi proposti, ma ci aspettiamo che rimangano comunque relativamente attraenti. Prevediamo anche una crescita continua degli AuM. Per quanto riguarda il mercato azionario si potrebbe pensare che il peggio sia passato, ma la Casa Bianca sicuramente colpirà ancora il comparto, spingendo gli investitori a rifugiarsi nei veicoli di liquidità. I money market fund continuano a toccare nuovi record generando valore, soprattutto nella parte più lunga della curva dei rendimenti. In un momento complesso come questo, pensiamo che gli investitori apprezzino una gestione attiva dei loro portafogli.

La X segna il punto, ma il Dipartimento del Tesoro potrebbe aver bisogno di una nuova mappa

Aprile è stato un mese particolare per il Dipartimento del Tesoro, infatti il Segretario Scott Bessent è diventato la figura di riferimento sulla questione dei dazi. È forse passata sotto traccia la scadenza dell’“X date” per il tetto del debito che probabilmente è stata posticipata al quarto trimestre, poiché i contribuenti hanno inviato più denaro del previsto al governo, con conseguente riduzione delle emissioni del Tesoro.

Fonte: InvestmentWorld.it


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