PIMCO : L’inflazione core, una misura che esclude i settori volatili dei prodotti alimentari e dell’energia, è risultata più debole del previsto a febbraio, riducendosi al 3,1% su base annua rispetto al 3,3% precedente.
A cura di Tiffany Wilding, economista di PIMCO
Cosa è successo? I prezzi delle categorie volatili dei servizi turistici, e in particolare delle tariffe aeree, sono stati particolarmente deboli. Altrove, come previsto, l’inflazione dei beni al dettaglio si è rafforzata, lasciando intendere che i rivenditori stanno agendo rapidamente per cercare di trasferire i costi aggiuntivi (sia realizzati che previsti) associati alle azioni sul fronte del commercio dell’amministrazione Trump. Ci aspettiamo ulteriori aumenti dei prezzi delle merci derivanti da costi più elevati associati a (1) aumenti dei dazi sulle importazioni cinesi, (2) dazi sulle merci non conformi all’USMA (che potrebbero aumentare i costi per alcuni produttori di automobili che operano in Messico, tra le altre cose) e (3) dazi sull’acciaio e sull’alluminio.
Cosa significa? I dati sul CPI di ieri suggeriscono che i costi tariffari aggiuntivi potrebbero comportare un maggiore spostamento dei prezzi relativi, piuttosto che un aumento sostanziale dell’inflazione complessiva. L’aumento dei costi, che intacca il reddito disponibile reale dei consumatori, arriva in un momento in cui l’elevata incertezza politica sta chiaramente iniziando a pesare sul sentiment e sull’economia in generale. Tradizionalmente, queste condizioni dovrebbero essere più coerenti con un aggiustamento dei prezzi relativi, poiché prezzi più elevati per una serie di beni si traducono in una domanda più bassa e in prezzi più bassi in altre categorie; nel caso di febbraio, le categorie “travel” più flessibili hanno compensato. La debolezza delle tariffe aeree evidente nel rapporto CPI di febbraio è coerente con la domanda più debole e le previsioni di guadagni più bassi riportate dagli amministratori delegati delle compagnie aeree nei recenti rapporti sugli utili. Anche vari retailer hanno rivisto al ribasso le previsioni, suggerendo una capacità più limitata di trasferire i costi aggiuntivi anche in quelle categorie. Nell’ambito dei beni al dettaglio, l’abbigliamento e l’arredamento per la casa (elettrodomestici) sono stati particolarmente solidi, mentre altre aree, tra cui l’elettronica, sono state più deboli.
E ora? Gli ultimi dati economici dovrebbero consentire alla Federal Reserve di tagliare i tassi di interesse nel corso di quest’anno. Non è scontato che le nuove proiezioni del SEP cambino molto rispetto a dicembre, poiché da un lato i dati sulla fiducia e sulla spesa mostrano una chiara debolezza nel primo trimestre, mentre dall’altro le aspettative di inflazione a breve termine sono aumentate in vista dei dazi. Alla fine dei conti, la recente volatilità della politica dell’amministrazione Trump ci fa pensare che il rischio sia che la crescita del PIL reale e i mercati del lavoro si indeboliscano più del previsto, provocando tagli un po’ più rapidi. Tuttavia, i futures sui Fed Fund sono ora più in linea con questa visione rispetto a qualche settimana fa.
Fonte: InvestmentWorld.it
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